Qualche giorno fa, quando pensai di scrivere qualcosa sulla spinosa questione che ogni musicista si trova prima o poi ad affrontare nel momento in cui decide in qualche modo di proteggere le proprie opere, mi trovai in serie difficoltà perchè, come in tante cose nella vita, non c'è il bianco e il nero quando si tratta di proteggere le proprie opere, ma come sempre, ci sono dei pro e contro da prendere in considerazione quando si sceglie una modalità di protezione o un'altra.
Prima di tutto vorrei specificare una cosa, quando parliamo di proteggere le nostre creazioni bisogna capire cosa intendiamo con proteggere. Ebbene si, proteggere la nostra musica potrebbe significare proteggerla dal plagio, tutelarsi cioè nel caso in cui qualcuno possa illecitamente dichiararsi padre dell'opera, ma potrebbe significare anche stabilire delle regole per l'utilizzazione delle nostre opere dell'ingegno.
Nel caso in cui ci accingiamo per la prima volta a mettere dei brani su internet per farli ascoltare ad amici vicini e lontani o anche a un discografico, non è necessario iscriversi alla SIAE se il nostro intento è solamente quello di evitare che qualcuno ci rubi la nostra canzone, infatti per dimostrare di essere l'autore di una determinata opera serve dimostrare di aver creato l'opera prima di un altro, che potrebbe illecitamente appropriarsene. Per fare ciò si può ricorrere a varie procedure, registrazioni, documenti, che possano, in modo più o meno certo, dimostrare, nel momento in cui qualcuno dovesse plagiare un nostro pezzo, che ad una certa data noi eravamo già i proprietari del brano.
Se il nostro obiettivo è questo la SIAE ci può servire perchè è una registrazione ufficiale, però se è solo questo credo sia meglio ricorrere ad altre modalità sia perchè ha un costo elevatissimo se non si tratta altro che poter dire, questo brano è mio e non tuo e poi perchè impone persino dei vincoli importanti che dirò tra brevissimo. Se invece vogliamo una società che ci paghi quando un nostro brano passa in radio o in tv o viene riprodotto al supermercato, in un negozio, sempre che questi paghino la parcella dovuta, allora la SIAE è la società a cui ci possiamo rivolgere.
Ho scritto possiamo e non dobbiamo, infatti esistono altre società di colletta dei diritti d'autore, quindi non siamo obbligati a scegliere la SIAE, ogni nazione ha la sua società. In più, con la diffusione delle licenze Creative Commons dobbiamo fare qualche ulteriore valutazione prima di scegliere una società di colletta. Riassumendo brevemente, le Creative Commons sono uno strumento per la tutela del diritto d'autore che, nell'era della rivoluzione musicale e dei media, operata dalla rete, permettono di stabilire delle regole per il tipo di utilizzo che si può fare di determinate opere.
La questione importante è la seguente, la SIAE ci paga anche solo perchè il nostro pezzo passa in radio (se dichiarato nel borderau SIAE), le Creative Commons, considerando il passaggio radiofonico, il download, come un mezzo pubblicitario, non richiedono nessuna remunerazione per l'artista. La SIAE ci paga se il nostro pezzo passa in radio, con le licenze Creative Commons non prendiamo un tubo in questo caso.... sembra facile, meglio la SIAE....
Forse in tanti casi si, ma in tanti altri casi inizierei a porre dei forti dubbi. Perchè?
Perchè esistono oggi dei siti che vendono online solo musica registrata come Creative Commons. Chi deve sonorizzare il proprio negozio, chi deve fare uno spot pubblicitario e ha bisogno di musica da utilizzare a questo scopo, può trovare vantaggioso utilizzare musica che non richieda l'obbligo di pagare la SIAE. Questi siti, Jamendo, Istockphoto, pagano gli artisti a seconda degli utilizzi che si fanno della loro musica, quindi gli artisti ne possono avere un vantaggio diretto. Chi è iscritto alla SIAE di fatto non può vendere su questi siti e non può sfruttare queste chance perchè la SIAE potrebbe richiedere il pagamento della parcella all'utilizzatore, per questo motivo chi aderisce alla siae non può vendere su questi siti. Mi chiedo, è giusto impedire ad artisti volenterosi di sfruttare le nuove chance offerte dalla rete? La SIAE dovrebbe al più presto trovare dei compromessi perchè la libertà dell'artista che cerca delle opportunità di crescita non dovrebbe mai essere negata, mentre purtroppo l'attuale regolamento in questo senso è molto restrittivo.